Lipari: Un mare di cinema e sapore fra anniversari, progetti e natura

3 anni ago Tourism Manager Commenti disabilitati su Lipari: Un mare di cinema e sapore fra anniversari, progetti e natura

di Francesca Alliata Bronner
Giornalista 

Set ideale e reale per turisti e artisti, l’arcipelago siciliano delle Eolie fatto di vento, mare e fuoco è l’approdo sicuro dell’estate 2021.

Soprattutto Lipari, la maggiore delle sette isole-montagne, che accoglie, come meta covid free, la 38° edizione di “Un mare di cinema”, festival organizzato dal Centro Studi Eoliano che compie quest’anno 40 anni (fu fondato nell’estate del 1981 da Nino Paino e Nino Saltalamacchia, attuale presidente) e decide di rinnovarsi con il nuovo sito ricco di novità fra cui la digitalizzazione dei tantissimi contenuti cartacei finora difficilmente consultabili. Sul portale anche una biblioteca per accedere alla sezione archivio, con documenti, foto inedite e non sull’arcipelago siciliano. 

Le Eolie sono state, per oltre mezzo secolo, un set naturale che ha ispirato Antonioni, Rossellini, Visconti, Moretti, i fratelli Taviani, Dieterle e molti altri. Una tradizione che prosegue grazie al centro studi e soprattutto ai tantissimi personaggi, intellettuali, protagonisti della cultura italiana e alla gente liparota (per nascita o per adozione) innamorata dell’isola, con questa manifestazione che negli anni ha ampliato molto i suoi temi e le sue proposte. 

Ecco dunque fra tramonti, letture e malvasia il ricco cartellone di questa edizione “post pandemia” che tocca letteratura, noir, musica, ambiente, fotografia, il tradizionale Premio Efesto giunto alla 30° edizione (premiati quest’anno Ricky Tognazzi e Simona Izzo, premio alla carriera). Quest’anno immancabile l’omaggio a Dante Alighieri con la proiezione di un film muto in bianco e nero del 1911 sul tema dell’inferno.

Per i pomeriggi culturali alla Giara, durante tutto il mese di agosto, con la presentazione di libri inediti o di fresca stampa con musica e degustazioni liparote. Alcune da ricette segrete come quelle di donna Teresa e del figlio Bartolo Matarazzo, patron dello storico locale La Nassa, offerte al pubblico durante il festival. Meritano la degustazione, naturalmente, anche i vini di Lipari, sia da uve rosse che bianche che maturano da robuste viti, per un risultato da bere vigoroso e morbido al tempo stesso, grazie ai terreni caratterizzati dalla presenza di frammenti di pomice e ossidiana, che hanno condizionato per secoli la notorietà e l’economia dell’isola e ora dei vini.

E a proposito di pomice, detto anche l’oro bianco delle Eolie, è importante aprire una porta sul tema: figlia del vulcano, la pomice è un prezioso materiale  per gli usi più disparati, dall’edilizia alla cosmetica. Era la sola ricchezza, vanto e meraviglia dell’isola, all’epoca. Nel 1960, ha raccontato il poeta messinese Bartolo Cattafi, nel versante settentrionale dell’isola di Lipari lavoravano almeno un migliaio di operai (i cavatori) per l’estrazione di almeno due milioni di quintali di pomice l’anno. 

Un mare di cinema e sapore a Lipari fra anniversari, progetti e

Oggi di quel patrimonio umano e industriale non resta nulla se non l’amarezza, tra gli altri, di Enzo D’Ambra, ultimo proprietario della Pumex, azienda fondata nel 1958, prima della chiusura delle cave e del successivo fallimento. Era stato lo  stesso  D’Ambra a presentare un progetto integrato che prevedeva la  riqualificazione dell’area di cava, la creazione di un polo formativo e di ricerca  affidato  alle università siciliane e un museo di impresa, ma nessuna risposta gli è mai arrivata.

Oggi la zona è preda  di  vandali, coppiette in cerca di un luogo dove  appartarsi, graffitari e la cava abbandonata a se stessa, senza più una copertura di terriccio e rocce dure è anche a forte rischio di frana. Anche se quella Spiaggia Bianca a Porticello, con la sabbia finissima per la presenza appunto di pietra pomice, resta uno dei luoghi più amati dai turisti per il particolare colore del mare che dal blu vira verso il verde smeraldo. Perciò in molti si stanno adoperando per ripartire, per salvare il salvabile, evitando lo smembramento totale della cava, dei laboratori, degli uffici e di tutto ciò che è stato. Durante i pomeriggi culturali del “Mare di cinema” se ne dibatterà in più occasioni dopo la proiezione di video storici della Rai.

Il museo dell’industria e del lavoro nelle Eolie, proprio sulle cave di pomice, ha fatto una proposta firmata da Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa, ripresa da Enzo Cancellato, presidente di Federculture, da Franco Iseppi, presidente del Touring Club e da Gianni Puglisi, presidente onorario dell’Unesco Italia e che adesso viene rilanciata da Gregory Bongiorno, presidente di Sicindustria, l’associazione di Confindustria di 7 delle 9 province siciliane.

Un gioco di squadra fra politica e cultura che potrebbe portare alla realizzazione di un museo di impresa dedicato alla cava di pomice di Lipari: progetto importante per recuperare la memoria della storia industriale dell’isola e di cosa ha rappresentato l’insediamento produttivo negli anni con un ritorno garantito in termini culturali, turistici e quindi economici. Si può cominciare da Lipari per continuare con tante altre cave e aziende siciliane e costruire una rete di musei di impresa nell’isola.

Un progetto che verrà discusso ancora a settembre nella seconda parte del festival durante Lipari Noir (2 e 3 settembre), la rassegna sulla letteratura “gialla”, a cura di Cristina Marra, giunta alla sesta edizione.

Ciak finale, dal 4 al 25 settembre con le proiezioni al museo del Cinema e della Civiltà del bello nei locali della chiesa dell’Immacolata e al Castello di Lipari, luoghi da film, da visitare anche fuori dal festival. 

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