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Il fuoco e il vento: miti, leggende e colori delle isole Eolie, Le isole del fuoco
FILICUDI, i misteri
Il GIALLO delle ginestre è invece il colore più diffuso a Filicudi, geologicamente la più antica delle Eolie, nata circa un milione di anni fa, abitata fin da tempi remoti, che i latini, traducendo dal greco, chiamarono Phenicusa (isola delle felci). Misura meno di 10 km² di superficie e culmina con il Monte Fossa delle Felci, a 774 mt. sul livello del mare.
Sull'isola vi sono tre abitati, Filicudi Porto, che vi accoglie all'interno di una baia semicircolare, Valdichiesa, sull'altopiano e Pecorini a Mare, sulla costa sud. Filicudi si caratterizza per una forma vagamente ovale, con il cono vulcanico principale dal quale si dirama verso sud est il promontorio di Capo Graziano, collegato al resto dell'isola da una stretta lingua di terra.
E' proprio qui che si sviluppò una delle civiltà più antiche delle Eolie e del Tirreno in generale; i primi uomini si stabilirono a Filicudi circa 4.000 anni fa, dove in riva al mare costruirono con grossi ciottoli alcune capanne ovali, risalenti all'Età del Bronzo: ancora oggi sono visibili i resti di 25 capanne, prevalentemente di pianta ovale. Tra il XVII e il XVI Sec. A.C., gli abitanti della penisola di Capo Graziano si rifugiarono in cima alla vicina Montagnola, quasi inaccessibile e meglio difesa: ma da chi? E' questo il primo mistero di Filicudi, al quale potrebbe dare una risposta l'ipotesi di ripetuti attacchi da parte di pirati od invasori.
Ma il mistero più grande è racchiuso nell'improvvisa scomparsa dell'uomo preistorico eoliano, avvenuta intorno al 1.250 A.C. a Filicudi, ma anche a Lipari, Panarea, Salina e Stromboli; gli scavi rilevano il repentino annientamento dei villaggi, le cui cause sono ancora ignote. Si ipotizza una forte scossa sismica, accompagnata da una gigantesca onda di maremoto, oppure una serie di terribili eruzioni vulcaniche, che potrebbe avere generato un incendio di proporzioni spaventose. L'unica cosa certa è la nuova colonizzazione di Filicudi, avvenuta dopo circa un secolo ad opera di altri popoli.
Da vedere assolutamente sull'isola delle felci la Grotta del Bue Marino, la più grande delle Eolie, un tempo abitata dalla foca monaca e lo scoglio La Canna, che si erge per 70 metri ad ovest dell'isola, che sarebbe quanto resta di un antico condotto di alimentazione di un apparato vulcanico o forse un imponente getto di lava pietrificato.
di Ermanno Sommariva
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