Di Giuseppe Bonaccorsi
I primi cittadini delle Isole minori della Sicilia hanno effettuato una protesta davanti all’Assemblea regionale siciliana, per chiedere risposte sulla situazione dei trasporti e denunciare le responsabilità del Governo. Le parole del sindaco di Favignana Forgone e di Lipari Gullo
“Questo governo nazionale sta massacrando i trasporti per le Isole minori della Sicilia. Nell’anno in cui entra in Costituzione il concetto di l’insularità, che garantisce la continuità territoriale, questo governo opera tagli che porteranno al disastro delle isole siciliane“: lo ha detto il sindaco di Favignana Francesco Forgione, già deputato regionale del Pd in più legislature, che insieme agli altri primi cittadini delle piccole isole disseminate davanti alla Sicilia ha partecipato alla manifestazione di protesta oggi a Palermo, prima davanti all’assessorato regionale alle Infrastrutture e poi davanti alla sede dell’Assemblea regionale siciliana, per sensibilizzare soprattutto i gruppi parlamentari su quanto sta avvenendo nel silenzio più totale delle istituzioni nelle isole, alcune delle quali patrimonio dell’Unesco.
“Governo regionale impotente sui trasporti”
È scattata così la “rivolta” dei primi cittadini davanti a quello che definiscono “il disastro dei trasporti“. E intendono non fermarsi sino a quando arriveranno risposte concrete e non promesse finora non mantenute. “Il governo nazionale ha tagliato tutte le linee sostenute dallo Stato”, ha aggiunto Forgione, “il governo regionale, invece, è impotente rispetto a questa condizione, essendoci in Sicilia un regime di monopolio dei trasporti marittimi. Chi paga il prezzo di questa situazione? Le isole e i loro abitanti”. “Un aumento del prezzo dei biglietti del 20 per cento, appena deciso, e un ulteriore aumento annunciato a partire da gennaio di un ulteriore 10 per cento, non vuol dire soltanto far fronte al costo della nave, vuol dire prevedere un aumento del 30 per cento sul costo dei generi alimentari,carburanti, delle costruzioni. Siamo quindi davanti a una situazione che in Sicilia non si era mai vista. Per questo siamo qui. Non soltanto per parlare col governo regionale che sino ad oggi è stato impotente, ma per porre pure ai gruppi parlamentari dell’Ars la necessità di sollevare un caso politico nazionale, perché questo governo sta massacrando le isole minori ed è un problema politico che va esaminato, affrontato e risolto”.
I motivi della protesta: troppi guasti e poche navi
I sindaci alla manifestazione hanno presentato una serie di numeri. “Questa estate siamo passati dalla armatoria libera, con un aumento del 500 per cento dei trasporti commerciali, al perdurante – e ancora in vigore – sequestro di tre navi per la nota vicenda del trasporto disabili“, ha aggiunto Gullo. “Al momento abbiamo soltanto tre navi in servizio, più la Laurana che fa rotta una volta a settimana per Napoli. Siamo soggetti sempre a interruzioni e cancellazioni di corse, per problemi vari: guasti anche in navigazione, incendi a bordo, carenze di manutenzione e per altri problemi. Poco tempo fa la Laurana, che fa servizio con Napoli, è stata all’àncora a Lipari diversi giorni. Si è scoperto che avevano a bordo un generatore guasto e l’altro si era appena guastato. Per cui l’Autorità marittima ha fermato il traghetto non dando l’autorizzazione per il viaggio. A questi continui disservizi si aggiunge la decisione della Caronte & Tourist di aumentare all’improvviso del 20 per cento le tariffe in vigore, nel silenzio più totale, come se fosse un atto dovuto.
“Trattati come cittadini di serie B”
“La compagnia voleva aumentare i prezzi de biglietti già tempo fa”, ha concluso Gullo insieme agli altri primi cittadini. “Poi ha detto che non lo avrebbe fatto e poi invece ha deciso l’aumento. Va sempre così. Noi ci chiediamo: quali autobus nelle città, quali treni, quali altri mezzi di trasporto subiscono all’improvviso un aumento del 20 per cento senza che nessuno si muova?”. Per questo oggi siamo a Palermo. Se vedremo che in Sicilia non si muove foglia allora andremo a protestare a Roma. E se anche lì ci sarà il silenzio allora decideremo in tutte le isole siciliane azioni eclatanti. Questa è una vicenda che dire paradossale è poco e finora i governi hanno fatto finta di nulla. Dove vogliamo andare? Gli abitanti non possono essere considerati polli da spennare e non può essere negato loro il diritto alla libertà di movimento. Devono avere pari diritti di tutti gli altri cittadini italiani. Oppure questi governi vogliono considerarli cittadini di serie B?”.
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[Fonte: focusicilia.it/]