Le Isole Eolie si scoprono in autunno: quali sono i luoghi ideali per il birdwatching
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Vi parliamo dell’interessante turismo che si è venuto a creare in questo angolo sud orientale del Tirreno per via della migrazione autunnale degli uccelli.
Con l’arrivo della stagione autunnale sono molte le persone che nelle ultime settimane hanno lasciato le principali mete turistiche siciliane per tornare ad una vita ben più caotica ma produttiva nelle molteplici borgate e metropoli di tutto il mondo.
Tra le destinazioni più rilevanti che vengono prese d’assalto troviamo le Isole Eolie che per quanto note per essere tra le preferite degli italiani, si spopolano intensamente con la fine dell’estate.
Eppure, le “Sette Sorelle” non offrono ai turisti soltanto mare e sole, bensì molte altre opportunità, tanto da risultare una meta interessante anche nei periodi di bassa stagione, soprattutto in considerazione di un particolare evento, sfuggente ai più, che anno dopo anno sta attirando sempre più persone.
Sia chiaro, non stiamo parlando degli stessi numeri di turisti che è possibile trovare su queste isole del Tirreno durante metà luglio.
Considerando però che questo evento porta con sé un turismo che garantisce degli introiti in periodi altrimenti poveri, esso permette a differenti tipologie di visitatori di raggiungere le isole, che potrebbero in futuro alimentare un prolungamento della stagione turistica su tutte le Eolie, di cui godrebbero tutti gli isolani.
Quest’oggi vogliamo infatti parlare dell’interessante turismo che si è venuto a creare in questo angolo sud orientale del Tirreno per via della migrazione autunnale degli uccelli.
Un evento che ogni anno ha come protagonisti migliaia tra rapaci e piccoli passeriformi (appartenenti anche a specie accidentali) che arrivano stanchi su queste isole per riposarsi e rifocillarsi.
Da dove arrivano tuttavia tutti questi uccelli durante la stagione autunnale?
Giungono dalle lande centrali e orientali dell’Europa, avendo intrapreso il lungo viaggio dalla fine di agosto, che li condurrà dalle loro zone riproduttive, fino alle regioni di svernamento in Africa. Questo fenomeno negli ultimi anni è divenuto oggetto d’interesse per molti birdwatcher (stranieri e non) e per diversi appassionati di escursionismo.
Ed è divenuto così importante anche grazie ad alcuni ornitologi e appassionati siciliani, tra cui Andrea Cusmano, Roberto Vento, Francesco Laspina e Davide D’Amico, che a partire dall’ anno scorso hanno cominciato a darsi appuntamento su queste isole fra ottobre e novembre, alla ricerca di maggiori informazioni riguardanti le specie (soprattutto rare), i loro contingenti e il comportamento che queste adottano durante la migrazione.
Quest’anno però gli ornitologi siciliani hanno deciso di fare le cose in grande, poiché stanno organizzando una campagna di monitoraggio che prevede il dislocamento di diversi gruppi di osservatori, sulle isole dell’arcipelago che in questo periodo dell’anno hanno maggiori probabilità di accogliere il maggior numero di specie possibili e diverse rarità.
Le isole in questione sono Stromboli, Panarea, Salina, Filicudi e Alicudi. Rappresentano infatti le isole più settentrionali, le prime che gli uccelli vedono durante il loro volo verso sud e dunque le prime in cui si fermano prima di incontrare la “Sicilia Madre”.
La location perfetta in cui diversi appassionati di uccelli possono trovare le migliori chance di fotografare e studiare gli uccelli, a differenza di Lipari e a Vulcano che risultano invece meno interessate da questa migrazione, ma che lo sono invece per la migrazione primaverile.
Perché però le Eolie da un anno all’altro sono divenute un centro così importante per gli studi relativi all’avifauna?
Lo abbiamo chiesto allo stesso Andrea Cusmano che è tra i promotori di questo progetto, che ci ha spiegato come in realtà questa migrazione interessi le isole del messinese probabilmente da sempre, ma che la maggior parte degli studiosi ha indagato – anche con ottimi risultati – principalmente altre isole siciliane (vedi Linosa con il gruppo MISC coordinato da Andrea Corso, e Ustica con il suo campo di inanellamento attivo da decenni), trascurando in parte le Eolie.
Cusmano ribadisce inoltre che una persona in particolare ha molto influenzato la decisione di approfondire la migrazione autunnale in questo arcipelago, ovvero Pietro Lo Cascio, naturalista eoliano e presidente dell’Associazione Nesos.
Egli infatti è stato per molto tempo l’unico isolano che si è dedicato in maniera approfondita al birdwatching, tanto che ha pubblicato diversi studi ornitologici ed è stato autore anche di diversi manoscritti riguardanti la natura di questo arcipelago. Gli uccelli comunque raggiungono le Eolie durante la prima metà dell’autunno per una serie di ragioni.
Innanzitutto, ogni anno molte specie si dirigono verso sud, per affrontare meglio l’inverno o per raggiungere quelle mete dell’Africa sub-sahariana, dove intendono nutrirsi a sazietà per accumulare riserve utili per la migrazione primaverile e il successivo accoppiamento.
Inoltre, se si osserva su una cartina geografica la scia dei loro movimenti, ci si rende conto che moltissime specie di uccelli provenienti dal nord Italia o dal nord Europa hanno cominciato a sfruttare le isole campane e dell’Eolie come ponte di attraversamento del Tirreno, in modo da non essere costrette a percorrere la costa dell’intera penisola e da minimizzare il tempo e lo spreco di energie lungo il viaggio.
Gli uccelli in migrazione infatti, diretti verso sud, raggiungono le zone degli appennini centrali, per poi spingersi verso le coste laziali e campane.
Da qui intraprendono poi la traversata ostile che, meteo permettendo, li condurrà sulle splendide Eolie. È per questa ragione, spiega Cusmano, che in autunno l’arcipelago si arricchisce notevolmente di specie che altrimenti difficile osservare anche altrove, come varie specie accidentali o che non fanno parte delle specie nidificanti in Italia o in Centro Europa.
Quali sono però le specie più interessanti che sono stati osservati negli ultimi anni? Secondo Cusmano, sono davvero tante le specie che possono essere considerate di grande interesse per gli esperti così come per i semplici appassionati di natura.
Poco più di un’ottantina.
Di certo però a Filicudi l’anno scorso in soli 4 giorni sono state osservate 4 specie accidentali di grande interesse, che possono essere considerati fra le specie più importanti fra quelle trovate sulle Eolie.
Queste sono il Luì forestiero (nidificante tra Russia, Mongolia e Cina), il Luì di Radde (specie Siberiana e dell’Asia Orientale), il Luì di Hume (nidificante tra Turkmenistan e Cina) e lo Zigolo minore (nidificante in Scandinavia e nella Russai Europea).
In particolare l’osservazione del Luì di Hume risulta essere la prima per la Sicilia di un individuo documentato vivo, la seconda invece se si considera 1 individuo trovato morto alla riserva del Plemmirio (SR) nel 1980 e successivamente identificato da Andrea Corso.
Tali osservazioni non hanno fatto altro che accrescere la volontà di molti stranieri e di molti turisti provenienti dal nord Italia di raggiungere la Sicilia, nei primi mesi autunnali, per assistere a questo fenomeno unico.
Molto importanti all’interno delle Eolie però sono stati anche gli avvistamenti di altre specie, come il Falco cuculo, il Falco della Regina, il Luì forestiero, la Monachella, la Pispola golarossa, la Rondine rossiccia e il Torcicollo.
Come si svolgerà però la campagna di avvistamento organizzata dagli ornitologi siciliani?
I naturalisti partiranno da Milazzo formando diversi gruppi di osservazione, che si divideranno ulteriormente all’interno delle isole per coprire contemporaneamente diversi versanti.
«Al momento i gruppi nelle varie isole sono i seguenti – spiega Cusmano – Per le isole di Filicudi e di Alicudi le date saranno quelle comprese tra il 23 e il 30 Ottobre, con Davide D’Amico, Francesco Laspina, Iacopo Romano ed Ernesto Sabbioni a sostenere le osservazioni.
Per Panarea gli avvistamenti saranno seguiti dal 21 al 25 da me e Marco Casati, con cui ci sposteremo insieme ad altri ornitologi a Stromboli, dal 25 al 28 Ottobre. Infine Salina sarà l’ultima meta della nostra campagna dal 28 al 30 Ottobre, con Marco Casati e Ettore Anzalone a sostenere i gruppi di osservazione».
Ciò non toglie, spiega, che altre persone si possano aggiungere autonomamente o che possano partecipare al monitoraggio effettuando le osservazioni su altre isole o in altre date.
L’occasione è unica, chiariscono i ricercatori, poiché durante quelle settimane le isole sono stracolme di specie ed è possibile godersi anche il vero spettacolo naturalistico dell’isole, senza la confusione dei turisti che affligge l’arcipelago durante l’estate.
Insomma è l’occasione perfetta per scoprire le vere Eolie, lontano dalla baraonda del turismo di massa, nell’intento anche di far sì che l’iter di istituzione di Parco Nazionale – iniziato nel 2007 e poi abrogato – si rimettesse in discussione per un’eventuale approvazione.
[Fonte: www.balarm.it]