I primi insediamenti umani nelle Eolie di L. Bernabò Brea e M. Cavalier |
I
primi insediamenti umani di cui la ricerca
archeologica ha potuto trovare le testimonianze
nell'isola di Lipari risalgono all'inizio del
neolitico medio, e cioè forse agli Sono
dovuti a genti provenienti dalla Sicilia,
come indicano le ceramiche "dello stile del
Stentinello" che caratterizzano i loro villaggi. |
Il possesso di Lipari doveva essere contrastato. Le forme del tutto nuove delle ceramiche, lo stile della loro decorazione, la comparsa di un singolare repertorio di motivi decorativi, fra i quali è caratteristico il meandro a tappeto, indicano che probabil mente queste genti provenivano da molto lontano, dalle coste trasadriatiche della dalmazia dell'Albania, forse della Gracia, dove simili forme e motivi decorativi sono largamente diffusi, mentre sono pressochè ignoti in Sicilia e nella penisola italiana. Questo nuovo insediamento si sviluppò attraverso molti secoli, con una continuità che sembra ininterrotta, anche se lo stile decorativo delle ceramiche più fini evolve per effetto dei contatti con altri paesi e per la diffusione di nuove mode. L'abitato d'altronde, cessate le condizioni di pericolo, poco dopo la metà del IV millennio a. C. si sposta dalla rocca del Castello alla sottostante piana. L'enorme estensione che esso raggiunge, superiore anche quella dell'attuale centro storico della città, dimostra la grande ricchezza derivante dal commercio del'ossidiana, che raggiunge ore l'apice, e il conseguente incremento demografico. Nei
secoli che precedono il 3000 a. C. (neolitico
superiore) Lipari era certamente uno dei più popolosi
insediamenti del bacino occidentale del Mediterraneo. |
Poi
inizia un periodo di progressiva recessione
economica e demografica che non sembra in realtà
un fenomeno strattamente locale, ma interessare l'intera Italia meridionale, con la quale le isole Eolie sono ora
più stretta mente collegate dal punto di vista culturale, che con la Sicilia (periodo dello "stile
di Piano Conte" intorno alla metà del III
millennio a. C.).
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La Fuga da Lipari di Stefano Imbruglia |
Alla fine del dicembre del 1926, per effetto di una legge promulgata il 6 novembre dello stesso anno dal regime fascista, giunsero a Lipari i primi confinati politici. Essi, appartenevano a tutte le classi sociali e furono accolti dalla popolazione Liparese con grande simpatia nonostante pochi mesi prima fossero insorti contro il ripristino del regime coatto sull'isola. In questo periodo furono registrati vari tentativi di fuga, ma l'unico che ebbe esito positivo, furono quelli di Rosselli, Lussu e Nitti, passati alla storia come "la fuga da Lipari". I tre, nonostatante la stretta sorveglianza a cui erano sottoposti, riuscirono a tenere una rischiosa rete di comunicazioni con altri dissidenti del regime. Collaborò con loro un quarto elemento nella persona di G. Dolci, che nel dicembre del 1928 dovette lasciare l'isola per la fine del suo periodo di deportazione. Il Dolci, svolse un prezioso lavoro, essendo il meno sorvegliato potè effettuare i necessari controlli senza destare alcun sospetto e quando lasciò l'isola assicurò ai compagni che avrebbe tentato di espatriare clandestinamente e che successivamente sarebbe ritornato a bordo dell'imbarcazione per portare a termine l'evasione. Dopo qualche mese pervenne notizia ai tre che la fuga era progettata per la prima quindicina di luglio. Rosselli, Lussu e Nitti la sera prestabilita raggiunsero il posto convenuto e si tuffarono in mare in attesa del motoscafo. Il mezzo non arrivò e i tre dopo una snervante attesa decisero di fare ritorno alle loro abitazioni. Pochi giorni dopo giunse a Lipari la notizia che l'imbarcazione non era potuta partire a causa delle cattive condizioni del mare. Il nuovo appuntamento fu fissato la sera del 29 luglio, e dopo un brevissimo incontro pomeridiano i tre stabilirono di vedersi alle ore 20,30 in mare allo stesso punto del precedente tentativo andato a vuoto. Il primo ad arrivare fu Nitti, che si tuffò subito e dopo un quindicina di minuti potè percepire il rumore di un motore e imtravedendo l'ombra di una barca che si avvicinava la raggiunse e fu tratto a bordo. Lussu e Rosselli, arrivarono con leggero ritardo e prima di tuffarsi in mare vollero sincerarsi dell'arrivo del mezzo. Appena a bordo, il motoscafo partì per dirigersi verso la Tunisia che raggiunsero navigando per una notte e molte ore del giorno dopo, e da lì, continuarono per Parigi ove li attendevano altri dissidenti. |
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